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"Talismano d'Amore"
di Georgette Heyer


copertina
traduzione di A.L.Zazo
© 1979 - Mondadori

Nulla, assolutamente nulla, potrebbe essere alieno dalla natura di sir Tristram Shield quanto un romantico desiderio d'amore o un audace spirito d'avventura. Costretto, per la parola data a un vecchio e dispotico zio, ad un matrimonio di convenienza con la giovanissima Eustacie, sir Tristram è un gentiluomo pacato, sobrio, rispettoso delle convenienze e risoluto a non cedere mai alle lusinghe femminili. O tale crede di essere. Chi infatti, vedendolo penetrare segretamente dalla finestra in una dimora che non gli appartiene (ma chi penetri segretamente dalla finestra in una dimora che appartiene non è forse sospettabile di ancor più loschi intenti?) o cavalcare a spron battuto per salvare una giovane signora vittima di due brutali aggressori, chi mai lo definirebbe sobrio, cauto, rispettoso delle convenienze? Chi, se non forse l'imprevedibile giovane signora che avrebbe, quanto a lei, molto da dire su chi sia vittima e chi aggressore?

Ma si deve forse a sir Tristram se le circostanze della vita - e in modo del tutto singolare le circostanze dell'amore - non di rado ignorano le risoluzioni dei gentiluomini equilibrati e prudenti, o che tali credono di essere? Si deve forse a lui se Eustacie e il "romantico" cugino Ludovic sognano di vivere folli avventure che è sir Tristram a vivere? E se egli ignora che non cedere mai alle lusinghe femminili spesso altro non è se non resistere fino al momento in cui si cede, quanti eroi prima di lui lo hanno ignorato? Riprendendo le parole del giovane Benedick di Molto rumore per nulla egli potrebbe ben dire: "Quando ho promesso di non amare più, non prevedevo di vivere tanto da amare ancora." E in realtà, poteva egli forse prevedere che l'impulsiva Eustacie, audace, romantica e amante dell'avventura - o che tale crede di essere - non avrebbe esitato a fuggire dalle nozze con lui? Che il Leone Rosso, all'apparenza tranquilla locanda di campagna, avrebbe celato insospettabili insidie e stupefacenti sorprese: parenti a lungo scomparsi, autentici contrabbandieri, falsi assassini, amabili quanto svagati giudici di pace, e soprattutto, ah, soprattutto, la bella Sarah Thane dai ridenti occhi grigi? Che l'ineguagliabile cugino Basil, il fatuo e lezioso Beau Lavenham, si sarebbe rivelato - lui non meno degli altri - assai diverso da quello che appare?

Con risolutezza non immune dal dispotismo di famiglia, con mirabile senso pratico e irresistibile senso dell'umorismo, sir Tristram affronta cugini, contrabbandieri, giudici, assassini (e Sarah Thane) sorprendendo tutti senza mai lasciarsi sorprendere, vive travolgenti avventure alla ricerca di un antico talismano a cui è legata la sorte del cugino Ludovic, e stupisce infine se stesso allorché, rivelandosi degno di portare il romantico nome di Tristano, si sorprende a trovare non soltanto il talismano, ma (e chi, se non lui, ne avrebbe dubitato?) l'amore.

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