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"Sophy La Grande"
di Georgette Heyer


copertina
traduzione di A.L.Zazo & B.Mora
© 2012 - Astoria

EDIZIONE INTEGRALE

Horace Stanton Lacy, in partenza per il Brasile, chiede alla sorella Lady Ombersley di occuparsi della figlia Sophy durante la sua assenza.

La gentildonna accetta volentieri, ma sin dal suo arrivo a casa degli zii è chiaro che l’intraprendente e intelligentissima Sophy è perfettamente in grado di prendersi cura non solo di sé ma anche degli altri, la sua attività preferita.

E a Ombersley Park i problemi sono molti: la giovane Cecilia che rifiuta di sposare l’innamorato Lord Chalbury perché invaghitasi di un poetuncolo, il giovane Hubert nei guai a causa dei debiti contratti con un usuraio... il tutto ricade sulle spalle di Charles, il figlio maggiore, fidanzato con l’insopportabile signorina Wraxton, che oberato dalle gravi responsabilità reagisce stizzito alle intromissioni della stravagante quanto affascinante cugina.

Ma Sophy sa prendersi cura anche dei propri affari, oltre che di quelli degli altri...e così la vediamo all’opera con i cugini, la cui finora tranquilla esistenza in realtà nasconde profonde incomprensioni e inquietudini, sintomo a volte di scarsa fiducia tra di loro.

E Sophy, consapevole della situazione, riesce a riportare la pace, nonostante i rimproveri del cugino Charles, un giovane che inizialmente sembra perfino "ingessato" nel suo ruolo di capofamiglia; poi pian piano sotto alla sua scorza seria e impassibile scopriamo un animo aperto e generoso, reso apparentemente severo dalle dure responsabilità di cui è gravato; la ventata di freschezza e gioia nella sua vita la porta proprio l’ultima persona che avrebbe immaginato, cioè Sophy.

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La recensione di Cristina Ciferri:


La protagonista di questo divertente romanzo di Georgette Heyer è una creatura che sfiora la sventatezza, e la supera con i migliori successi, ed è tanto poco rispettosa delle convenienze, da sembrare incredibile che, alla fine, i suoi mille intrighi si risolvano per il meglio. Trovandoci però in un romanzo della Heyer la felice conclusione di tutte le vicende è d'obbligo e la irrefrenabile Sophy, tra cugini sfortunati e accecati, la terribile signorina Wraxton, tanto virtuosa quanto meschina, e il temuto e amato? cugino Charles Rivenhall, ha molto da fare perché tutto vada esattamente come ella desidera.

Tutto ha inizio quando la dolce Lady Ombersley accetta di accogliere in casa sua e di presentare in società la figlia di suo fratello, Sir Horace Stanton-Lacy, Sophy, per l'appunto. Ma la cara signora Ombersley ha il suo bel da fare con i figli, Charles, il capo-famiglia che tutti temono, non ultimo il suo stesso padre, l'imbelle Lord Ombersley, Cecily, quasi promessa a Lord Chalbury, ma sfortunatamente innamorata del poeta Augustus Fawnhope, e i terribili figli minori, giovani ma già alle prese con usurai e scommesse!

Sophy ritiene doveroso portare felicità nella famiglia dei cugini, che, non a torto, ritiene infelici e con grande perspicacia vede anche aldilà dei loro cuori. Perché Cecily dovrebbe amare Augustus, quando questi è solo capace di scrivere versi e non si affretta a sposarla, neanche quando lei dichiara davanti a tutti che sono promessi?

E perché Charles, il fratello maggiore, si sta accontentando di sposare Eugenia Wraxton, di cui conosce bene i pregi, ma di cui lentamente scopre anche i difetti? E' superfluo dire che Sophy ha la sua parte in queste rivelazioni del vero carattere di Eugenia, e allora perché, liberato Charles da un simile pericolo, questa sventata, ma incantevole eroina non dovrebbe ambire al migliore marito possibile?

Questo è un libro della regina del regency che deve essere letto per la sua ironia e le sue trovate divertenti ed imprevedibili, l'accurata ricostruzione delle convenienze e delle regole "non scritte" della società dell'epoca, così maliziosamente infrante dalla protagonista, ed infine per una trama nient'affatto prolissa, né ridondante, ma essenziale allo sviluppo delle vicende che compongono la storia. E' un libro che strappa risate e sorrisi, forzati nel caso in cui ci si trovi di fronte all'ipocrisia di Eugenia Wraxton, ma giustificati di fronte alla vanità del poeta Augustus, ma soprattutto delle simpaticissime trovate di Sophy.

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